n° 3
Lussuria
Desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a sé stesso
Lussuria: s. f. [dal lat. luxuria «rigoglio, eccesso, lascivia, sfrenatezza», der. di luxus -us «lusso»]
La lussuria è il disordinato desiderio del piacere sessuale. Il proprio piacere sessuale viene collocato al primo posto, come fine a sé stesso, indipendentemente dall'amore per il prossimo, l'unione nell'amore e la procreazione, poiché nella lussuria l'unico fine è la sola soddisfazione personale.
La persona lussuriosa ha un egoistico amore di sé che la porta all'indifferenza o negazione dell'amore altrui: persegue infatti il piacere sessuale a ogni costo, indifferentemente dal male recato agli altri.
La lussuria è anche accecamento della mente e turbamento della volontà. Si compie un abbandono volontario ai piaceri del sesso che per l'eccessivo desiderio carnale porta il lussurioso e la lussuriosa all'incapacità di controllare le proprie passioni. Si diventa quindi schiavi delle proprie pulsioni sessuali giustificando a sé stessi ogni ricerca e modo di soddisfare i piaceri della carne.
Su un livello più generale, la lussuria svaluta l'eterna attrazione tra uomo e donna, riducendo la persona a un oggetto per la gratificazione sessuale e a volte a una ricchezza personale.
Nel Cristianesimo, il desiderio sessuale non è malvagio di per sé poiché rientra nell'Ordine divino, tuttavia quando tale desiderio viene separato dall'amore di Dio e unito soltanto all'amore di sé, diventa lussuria, peccato e vizio.
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