n° 2

Avarizia

Attaccamento eccessivo alle ricchezze, senza volersene separare per alcun motivo

Avarizia: s. f. [dal lat. avaritia, der. di avarus «avaro»].

 

 

Desiderio di possedere e conservare denaro, beni o oggetti di valore per sé stessi in quantità di molto maggiori a quanto necessario per la sopravvivenza o per una vita comoda.

L'avaro ha un eccessivo ritegno nello spendere e nel donare, il valore che attribuisce a ciò che possiede è smisurato e supera qualunque altro valore: conta quindi semplicemente l'avere piuttosto che il fruire di ciò che si ha, il tenere per sé piuttosto che il dare.

A differenza dell'avidità che si incentra sull'accrescimento del proprio possesso, l'avarizia si incentra invece sulla conservazione meticolosa di ciò che già si possiede.

 

La frenesia dell'avaro lo porta a rivestirsi di tutto, a non lasciare niente agli altri per il suo solo vantaggio. Ma il premio dell'avaro è un illusione: egli diventa schiavo delle sue stesse ricchezze e perde la sua libertà, poiché giunge a subordinarsi ai suoi stessi possedimenti modificando di conseguenza ogni aspetto della sua vita.

 

Nel Cristianesimo l'avarizia, proprio perché porta chi ne è travolto a mettere le ricchezze al di sopra di tutto, è considerata una forma di idolatria: il denaro prende il posto di Dio.

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